lunedì 25 marzo 2024

Scolpire la liberazione: le storie di Marco Cavallo e del Cavallo di Battaglia di Jenin   di Samah Jabr


Nelle storie di resilienza e resistenza sono emersi molti simboli degni di nota. Per quanto mi riguarda, due di essi sono stati delle statue di cavalli – una scultura chiamata Marco Cavallo e l’altra nota come Al-Hissan, il Cavallo di Battaglia di Jenin. Le loro storie intrecciano insieme i fili dell'arte, del simbolismo e un intricato mix di fattori sociali e politici che modellano la salute mentale. Le storie di queste due sculture offrono una visione profonda dell'universale necessità umana di esprimersi e delle sfide uniche affrontate dalle persone che vivono sotto oppressione.

Immaginatevi tra le mura del manicomio San Giovanni di Trieste, dove si erge la scultura chiamata Marco Cavallo, un faro di speranza nel cuore dell’avversità. Costruito nel 1973 grazie alla collaborazione di pazienti, artisti e staff, questo maestoso cavallo blu simboleggia il viaggio trasformativo della de-istituzionalizzazione che ha attraversato i servizi psichiatrici italiani. Sotto la guida del visionario Franco Basaglia, il direttore del manicomio, la statua Marco Cavallo è diventata più di una semplice scultura; è diventata una testimonianza del potere terapeutico dell’arte e della comunità nell'ambito della salute mentale. Intitolata al suo predecessore equino, Marco il cavallo, questa scultura incarna il desiderio di libertà e dignità all'interno dei confini del manicomio, segnando profondamente la svolta verso la ri-connessione degli internati con il mondo esterno. 

Ora spostate il vostro sguardo sulle strade martoriate di Jenin, dove la comunità palestinese ha assistito alla nascita di un altro simbolo: il Cavallo di Battaglia di Jenin. Ergendosi tra i detriti del conflitto, questa scultura alta 16 piedi (ca. 4,8 metri), ricavata dai resti metallici delle ambulanze distrutte, è diventata un faro di resilienza e sfida. Progettato dall’artista tedesco Thomas Klipper, in collaborazione con i bambini di Jenin – bambini che hanno vissuto gli orrori del massacro del 2002 – Al-Hissan incarnava la capacità dello spirito umano di superare la tragedia. Eppure, in una crudele torsione del destino, l’esercito israeliano ha preso di mira questo cavallo simbolico, cercando di cancellare non solo la sua presenza fisica, ma anche la memoria della forza e dell’identità palestinesi che quest’opera d’arte rappresentava. La statua è stata distrutta. 



I destini contrastanti di Marco Cavallo e Al-Hissan ci consentono di vedere le lotte affrontate dai palestinesi alle prese con la perdita e l'oppressione. Mentre Marco Cavallo simboleggia la liberazione all’interno delle mura del manicomio, la distruzione di Al-Hissan riflette la battaglia in corso contro la violenza dei coloni e il tentativo israeliano di cancellare la storia e l’identità palestinesi. 

I simboli hanno una profonda importanza psicologica, soprattutto di fronte alle avversità. Essi diventano contenitori di narrazioni soppresse e affermazioni di identità, agendo come potenti forme di resistenza contro la cancellazione. In Palestina, dove i fattori politici influenzano pesantemente la salute mentale, l’arte e il simbolismo emergono come risorse vitali per l’espressione e la guarigione, sollecitando interventi culturalmente sensibili e contestualmente rilevanti. 

Da una prospettiva umana, sia Marco Cavallo sia Al-Hissan sono veicoli per l’innata necessità umana di simbolismo e memoria collettiva nei momenti traumatici. Mentre Marco Cavallo rappresenta il progresso e l'emancipazione nel campo della salute mentale, la distruzione di Al-Hissan riflette il perdurante trauma sopportato dalle comunità palestinesi.

Tuttavia, un simbolo non può essere distrutto. Le storie di Marco Cavallo e del Cavallo di Battaglia di Jenin offrono nuove e approfondite consapevolezze sulla resilienza dello spirito umano e sulla potenza della memoria collettiva. Esse ci ricordano il ruolo fondamentale che i simboli svolgono nella salute mentale e mettono in evidenza l'urgenza di offrire un supporto completo alle comunità colpite da conflitti e oppressioni. Riflettendo sulle loro storie, ci torna in mente il perdurante significato dei simboli nella lotta per la libertà e la giustizia, e il profondo impatto che essi hanno sulle comunità oppresse in tutto il mondo. 

Samah Jabr MD, Head of Mental Health Unit, MoH 

Psychiatrist and Psychotherapist 

Assistant Clinical Professor, George Washington University 

https://linktr.ee/samahjabr 

Titolo originale: Sculpting Liberation: Tales of Marco Cavallo and the Jenin Battle Horse

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