PROGETTO di “AFFIDO A DISTANZA CONTESTUALIZZATO”, che interesseranno specialmente gli affidatari.
Dopo i primi tre mesi in cui eravamo
tutte/i molto angosciati perchè non sapevamo nulla dei nostri 103 bambine/i (come
saprete tutte/i vivevano nel campo profughi di Jabalia, nel nord della
Striscia di Gaza), nei mesi succressivi sono progressivamente arrivate
notizie di tutti/e bambini/e e delle loro famiglie, grazie all’impegno
straordinario e coraggioso delle operatrici del REC. Man mano che ci arrivavano
informazioni abbiamo subito provveduto ad inviare ad ognuno degli affidatari
italiani le notizie del loro bambino/a.
Due bambine (Reem e Gana) sono state
uccise insieme alla maggior parte delle loro due famiglie, mentre gli altri 101
bambine/i risultano attualmente tutte/i vive/i, seppure qualche bambina/o sia
stato ferito e molti abbiano avuto uno o più famigliari uccisi o
feriti. Inoltre, tutte le famiglie hanno avuto le case danneggiate o
completamente distrutte e quindi hanno dovuto sfollare
dalle loro case; nel corso di questi mesi le famiglie, come tutta la
popolazione di Gaza, hanno dovuto spostarsi più volte, cercando ogni volta un
nuovo aloggio di fortuna (nelle scuole, negli ospedali,nelle tendopoli, nelle
case mezze distrutte, ma spesso anche per la strada) nella vana
speranza che potesse essere un posto "sicuro".., ma come ben sapete NON c'è nessun luogo
sicuro in tutta la striscia di Gaza, dalla quale per altro è quasi impossibile
potere uscire (neppure per la maggior parte dei malati e feriti) .
Dal febbraio 2024, quando siamo
riusciti a trovare il il modo per far prevenire i contributi economici a Gaza, le operatrici del REC
hanno provveduto a consegnare a tutte le 103 famiglie ( per le due bimbe
uccise l'affido continua con due sorelle sopravvissute) le quote degli
affidi relativi al trimestre ottobre-dicembre 2023 e nei mesi successivi,
sepure con ritardo, sono sempre state consegnate trimestralmente le
quote , ogni volta rintraccioando con grande fatica le famiglie nei vari luoghi
dove erano costrette a spostarsi. Proprio in quesi giorni le operatrici del REC
dovrebbero consegnare le quote del trimestre scorso, tuttavia, per ora, forse
questo non sarà possibile per le famiglie che sono rimastre a vivere nella zona
di Jabalia, che come sapete da oltre una settimana è assediata dall'esercito
israeliano.
Questi contributi economici possono
permettere alle famiglie di cercare di acquistare qualche cibo o altro genere
di prima necessità (i prezzi dei pochi alimenti disponibili sono alle stelle),
ma anche dimostrare la nostra/vostra vicinanza e solidarietà, in questa
drammatica situazione in cui cercano di sopravvivere, di resistere.
CONTRIBUTI AD ASSOCIAZIONI DELLA
CIGIORDANIA
La nostra e vostra attenzione,
preoccupazione e impegno sono polarizzati giustamente sulla striscia di Gaza
dove si sta compiendo un genocidio, sotto gli occhi indifferenti, se non
complici, dei governi europei e di gran parte del mondo. Tuttavia anche in
Cisgiordania (West Bank) la situazione è sempre più pesante da ancora prima del
7 ottobre. In molte città palestinesi l’esercito israeliano compie sempre più frequenti
incursioni, durante le quali: distrugge case, strade, centri sanitari e
infrastrutture, uccide, ferisce e arresta centinaia di giovani (ma non solo)
palestinesi. I coloni attaccano i villaggi e i contadini. Inoltre vi è una
pesante crisi economica dovuta al blocco del libero commercio delle merci e
specie alla notevole crescita della disoccupazione, in quanto i lavoratori
palestinesi che lavoravano in Israele, non hanno più i permessi per
andarci.
Pertanto il direttivo di Salaam ha
deciso di inviare contributi (provenienti da altre donazioni che abbiamo
ricevuto in questi mesi) anche a queste due Associazioni
della Cisgiordania,
- HSA ( Human Supporter Association) di Nablus, una Associazione laica palestinese, che Salaam sostiene da 15 anni, impegnata in progetti (educativi, psicologici, culturali, sportivi) rivolti a bambini/e e adolescenti (1.500 Euro);
- JCSS (Jenin Charitable Society for the Sinceres) una Associazione di Jenin, che ci è stata segnalata recentemente da rappresentanti della Comunità Palestinese di Lombardia. Si occupa di sostenere le famiglie più fragili e povere del territorio (1.500 Euro).
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