"Tutti noi abbiamo preparato lo zaino per fuggire in qualsiasi momento… un maledetto zaino nel quale mettiamo solo cose importanti, cose che non possono essere pesanti perché se dobbiamo uscire dalle nostre case lo dobbiamo fare correndo… e se dovessimo scappare, dove potremo andare? Qui non c’è nessun posto sicuro, qui si bombarda dappertutto. Non so, vedremo quando succederà…”
"Eccoci ancora con un’altra notte piena di bombe che cadono sulle case dei civili lasciando bambini, donne e uomini morti sotto le macerie. Ciò non vuol dire che durante il giorno questo non succede. Anzi durante il giorno l’esercito israeliano ha combinato vari massacri e quella più tragica quella al nord della Striscia di Gaza dove due genitori hanno perso tutti i loro bambini oltre a tanti altri morti che prima stavano davanti alla loro casa. (Non vi mando il video perché davvero è difficile guardalo e vedere i bambini morti con la loro mamma che grida forte e il padre disperato e non ci crede che tutto ciò stia succedendo veramente). Oltre ad un altro massacro a Rafah dove è morta una famiglia intera composta da mamma, nonna e bambini. In questo momento siamo arrivati a 87 morti e 530 feriti (...)"
Lucia scrive:
"Più di 10000 senza casa... dove vanno? E i progetti? Il
"Centro per la vita indipendente" delle donne disabili? L'asilo con
annesso il laboratorio di vestiti e giocattoli (progetto di Vento di Terra) già
distrutto e ricostruito a Erez? Ricominciare è un altro nome di resistenza, ma
il senso... va ritrovato il senso."
"Continuamente notizie disastrose, oggi la foto di un
bambino carbonizzato, non sono riuscita a guardarla. Ma nel mio hard disk ho
trovato tante foto come questa, stavamo giocando, c'era allegria, per me rimane
una delle immagini più belle del mio passaggio a Gaza.
Lucia parla di ritrovare il senso, sarà di nuovo molto difficile
e molto faticoso per una popolazione continuamente massacrata.
Voglio ricordare il suono delle risate, voglio smettere di
immaginare il frastuono delle bombe."
Yousef Hamdouna
- Cooperante di Educaid in Gaza
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